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lunedì 5 settembre 2011

PERLE SULLA SABBIA

Cirene,Apollonia,Tolemaide,Sabrata,Leptis Magna la splendida:
citta' che evocano vicende di gloria,ricchi commerci,intense attivita' culturali,che testimoniano l'eredita' romana in Libia. 
Oggi le loro grandiose rovine assediate dal deserto,vivono in un magico silenzio il trascorrere del tempo.

Ricca di tesori archeologici unici al mondo,la sottile fascia costiera che separa il Mediterraneo dall'immenso deserto libico e' punteggiata da una serie interminabile di antiche vestigia:colonnati possenti,vie lastricate e intagliate nella roccia,anfiteatri romani,monumenti punici e basiliche bizantine, e ancora terme,ninfei,ginnasi e necropoli.
In Libia esiste un patrimonio archeologico paragonabile per grandiosita' all'acropoli di Atene o ai fori romani;ma offre un optional che Atene e Roma non possono permettersi :il sacro silenzio che si addice alle cose passate.

CYRENE:La fonte di Apollo.
"Cirene,orto dolcissimo,t'incorono di canti" intonava Pindaro nella sua ode dedicata ad Arcesilao,principe della citta' e auriga famoso,per celebrare la sua vittoria ai giochi di Pitia del 462a.c. I resti di due templi,il tempio di Artemide ed il grande santuario di Apollo, ed un altare marmoreo lungo oltre 22 mt. stanno a guardi perenne della preziosa sorgente che nel VII secolo spinse i coloni greci,provenienti dall'isola di Tera,a stabilirsi in questo punto dell'altipiano e a dar vita ad una fiorente citta'. Cirene raggiunse ben presto una posizione di privilegio su tutta la regone che chiude ad oriente il grande golfo della Sirte e che vedeva nelle piccole colonie costiere altrettanti punti d'arrivo delle vie carovaniere provenienti dal deserto e dal cuore dell'Africa.
Leptis Magna
"Bianca come un miraggio tra le dune del deserto"cosi' gli antichi viaggiatori di terra e di mare descrivevano Leptis Magna ai tempi del suo splendore.
Dal deserto giungevano le carovane che portavano avorio,gemme,pelli,schiavi neri e belve. Dalle grandi fattorie dei dintorni con i sistemi avanzati che nessuno e' piu' stato capace di ricostruire,venivano le olive e l'olio,pregiatissimo. E per le vie del mare,arrivavano dall'Italia e dalla Grecia le navi che importavano nei pesi d'Europa le ricchezze africane. Eppure questa citta' agiata,che i suoi abitanti,mercanti punici padroni di tutte le astuzie del commercio,facevano a gara per rendere sempre piu' bella,aveva proprio nel suo porto il suo tallone di Achille,che la condusse presto alla rovina e ne fece dimenticare per secoli la memoria. 


Tadita da un porto sfortunato ;Furono i tentativi infelici di renderlo piu' eficiente,iniziati negli anni di Nerone imperatore, a causarne l'insabbiamento che porto' poi, lentamente, all'abbandono della citta'.Cosi', ai tempi della conquista araba,Leptis era gia' usata come deposito di pietre e marmi da costruzione.Una cava ricca,se si pensa che nel 1686 il console francese vi raccoglieva colonne e statue marmoree da trasferire a Prigi, per la costruzione di Versailles. Solo con l'occupazione italiana inizio' un sistematico lavoro di scavo archeologico, che porto' alla luce un insieme architettonico che raramente si incontra al di fuori di Roma o di Atene. 
L'antica Leptis nacque come approdo fenicio alla foce dell"uadi"(torrente) Labda, che creava un vero e proprio porto naturale a meta' strada tra Cartagine ed Alessandria.
Poco distante, Apollonia e Tolemaide assomigliano veramente a perle abbandonate sulla sabbia.
Ad Apollonia antico scalo maritmo di Cirene sono le basiliche di eta' bizantina,che, con le loro colonne  in marmo azzurro, si stagliano eleganti sullo sfondo del mare. Del periodo di influenza greca e romana sono visibili il grazioso teatro teatro in riva al mare;il resto e' forse tutto da scoprire,sepolto ancora dalla sabbia del deserto.
Tolemaide, con le cisterne romane, tredici gallerie lunghe 18 mt. che si incrociano con quattro tunnel della lunghezza di oltre 50mt., fanno da giusto contrappeso al magnifico "palazzo  delle colonne".

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