«… in quell’universo chiuso, abbrutito che era il mondo contadino della sicilia feudale, lo zolfataro è entrato come un personaggio demoniaco: era un uomo diverso, privo del tradizionale senso della roba e del denaro, che rischiava la vita ogni giorno e che ha brutalmente introdotto una diversa visione del mondo».
Leonardo Sciascia..
Le zolfare non furono solo un elemento di sostentamento per le popolazione e di arricchimento per i proprietari, ma anche, purtroppo, causa di sofferenze, tragedie e lutti. L’estrazione dello zolfo dalle viscere della terra ed il suo trasporto per la fusione, prima nelle calcarelle e successivamente nei calcaroni e, dopo il 1859, nei forni Gill, fu possibile solo grazie al lavoro massacrante e disumano di uomini e, ancor di più ragazzi, i cosiddetti “carusi”, che cominciarono a lavorare in miniera fin dalla più tenera età.I “carusi” partivano all’alba e tornavano con il buio, restando sepolti vivi per tutto il giorno, a decine e decine di metri dalla luce.
Le zolfare non furono solo un elemento di sostentamento per le popolazione e di arricchimento per i proprietari, ma anche, purtroppo, causa di sofferenze, tragedie e lutti. L’estrazione dello zolfo dalle viscere della terra ed il suo trasporto per la fusione, prima nelle calcarelle e successivamente nei calcaroni e, dopo il 1859, nei forni Gill, fu possibile solo grazie al lavoro massacrante e disumano di uomini e, ancor di più ragazzi, i cosiddetti “carusi”, che cominciarono a lavorare in miniera fin dalla più tenera età.I “carusi” partivano all’alba e tornavano con il buio, restando sepolti vivi per tutto il giorno, a decine e decine di metri dalla luce.
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