UNA CIVILTA' UNA CULTURA
"Aja mola Aya mola"
"La pesca dei tonni e dei pesci lor soci è ricchezza in sostanza della Sicilia, sicché è una delle primarie aziende, che per sè conteggi il nostro paese..." (Marchese di Villabianca, 1720 - 1802)
RIPRESE DIRETTE DA UNA TONNARA a cura di Rai storia in un meraviglioso video di Carlo Alberto Chiesa
RIPRESE DIRETTE DA UNA TONNARA a cura di Rai storia in un meraviglioso video di Carlo Alberto Chiesa
Le origini della pesca del tonno, sono antichissime.
Testimonianze grafiche ci vengono dalle incisioni e dalle pitture rupestri presenti in alcune grotte dell'isola e risalenti al quaternario. In quell'epoca le tecniche di pesca erano rudimentali e probabilmente si limitavano ad atti per la deviazione dei branchi verso la costa dove con selci ed ossa appuntite fissate a lunghi bastoni venivano catturati.
Testimonianze grafiche ci vengono dalle incisioni e dalle pitture rupestri presenti in alcune grotte dell'isola e risalenti al quaternario. In quell'epoca le tecniche di pesca erano rudimentali e probabilmente si limitavano ad atti per la deviazione dei branchi verso la costa dove con selci ed ossa appuntite fissate a lunghi bastoni venivano catturati.
I Fenici avevano organizzato un centro marinaro di lavorazione del pesce a Cadice.
I Greci tenevano delle vedette sugli scogli nel periodo del passaggio dei branchi, ed all'avvistamento scendevano in mare e qui una volta circondato il branco, calavano velocemente le reti dell'altezza di alcuni metri.
I Greci tenevano delle vedette sugli scogli nel periodo del passaggio dei branchi, ed all'avvistamento scendevano in mare e qui una volta circondato il branco, calavano velocemente le reti dell'altezza di alcuni metri.
E' agli Arabi , i quali perfezionarono e diffusero in Sicilia, ma anche in Africa e in Spagna il sistema delle reti fisse divise in camere e collocate in modo tale che il tonno fosse guidato attraverso le varie camere fino alla camera finale, che può farsi risalire la nascita della tonnara così come oggi la intendiamo.
L’habitat naturale del tonno rosso si trova nelle fredde acque del Nord Atlantico, ma ogni anno, all’avvicinarsi della primavera, inizia un lungo viaggio che, attraverso lo Stretto di Gibilterra, lo porta nella calde acque del Mediterraneo per riprodursi. Il tonno compie questo viaggio ogni anno, spinto dal suo codice genetico, come succede per altri animali, ed il suo percorso è immutabile, segue rigorosamente una rotta da Ovest verso Est, nuotando vicino alla costa, come se ci vedesse solo dall’occhio sinistro e in questo modo arriva in Liguria, poi scende lungo la costa Occidentale della Sardegna, si spinge fino alle Baleari, arriva sulle coste della Sicilia e si spinge fino al Nord Africa e alla Turchia. Alla fine dell’estate il tonno compie il percorso inverso.
E' da quest'osservazione, da queste abitudini del tonno che nascono le tonnare.
Con il termine tonnara si intende tutto il complesso di attrezzature,strutture a terra ed a mare, che caratterizzavano tale attività'.La tonnara a sua volta si distingueva in tonnara di terra,l'area posta sull'arenile,e tonnara di mare ,costituita dal complesso di reti che creava la trappola nel mare per i tonni.La tonnara di terra,detta anche "malfaraggio",comprendeva sia le grosse strutture murarie,dove venivano custodite le barche e le reti,sia l'area esterna in cui si svolgevano tutte le operazioni legate alla preparazione della trappola.
Ogni anno "il Rais", nel luogo della "passa", nel periodo degli amori, fissa gli assi fondamentali , il recinto, la porta , il centro. Lunghissime reti vengono fissate al fondo con un grande numero di ancore e ormeggi, a formare pareti (calatu), delle quali solo una linea sottile emerge dall'acqua (summu), e organizza le ciurme, decine di lavoranti per il breve periodo compreso tra il calo delle reti e la mattanza .
La mattanza (dallo spagnolo matar, uccidere) si svolge tra fine aprile e metà giugno e, pur nella sua finalità diretta a catturare i tonni da vendere sul mercato, riassume storicamente nella mente delle genti di Sicilia il valore simbolico dell'eterna lotta tra l'uomo e la natura.I tonni che sono stati guidati attrverso le varie camere,raggiungono la camera della morte;le imbarcazioni le "muciare",chiudono da ogni lato il quadrilatero e i tonnaroti issano la rete dove i tonni soffocano, storditi per la mancanza di spazio e di acqua.
E' il momento della mattanza: I tonni man mano che gli viene a mancare l'acqua si dibattono, urtano violentemente tra loro, si feriscono. Quando sono ormai sfiniti li aspettano i 'crocchi',gli uncini dei tonnarotti montati su delle aste, che servono per agganciare i pesci e issarli sulle barche, mentre l'acqua diventa rossa del loro sangue in un crescendo impressionante.
Con il termine tonnara si intende tutto il complesso di attrezzature,strutture a terra ed a mare, che caratterizzavano tale attività'.La tonnara a sua volta si distingueva in tonnara di terra,l'area posta sull'arenile,e tonnara di mare ,costituita dal complesso di reti che creava la trappola nel mare per i tonni.La tonnara di terra,detta anche "malfaraggio",comprendeva sia le grosse strutture murarie,dove venivano custodite le barche e le reti,sia l'area esterna in cui si svolgevano tutte le operazioni legate alla preparazione della trappola.
Negli edifici vi erano zone destinate all'amministrazione,ai depositi della salagioni alle reti,alla pesatura,al lavaggio del pescato,al rimessaggio dei grossi barconi,le musicare; oltre alle camere dei loggiati,ai dormipoi per i pescatori e all'abitazione per la famiglia del rasi.Al piano superiore vi era l' l'appartamento gentilizio del nobile proprietario e della servitù'.In una casetta accanto era stabilito il fondaco,cioè' il luogo dove si depositava il sale necessario alle salagioni.
La tonnara di mare è formata da una rete di sbarramento che va da terra verso il largo, chiamata “pedale” o “coda”, e da un’insieme di reti, chiamato “isola”, che formano diverse stanze dentro le quali passano i tonni, finché arrivano nell’ultima, la camera della morte.Ogni anno "il Rais", nel luogo della "passa", nel periodo degli amori, fissa gli assi fondamentali , il recinto, la porta , il centro. Lunghissime reti vengono fissate al fondo con un grande numero di ancore e ormeggi, a formare pareti (calatu), delle quali solo una linea sottile emerge dall'acqua (summu), e organizza le ciurme, decine di lavoranti per il breve periodo compreso tra il calo delle reti e la mattanza .
La mattanza (dallo spagnolo matar, uccidere) si svolge tra fine aprile e metà giugno e, pur nella sua finalità diretta a catturare i tonni da vendere sul mercato, riassume storicamente nella mente delle genti di Sicilia il valore simbolico dell'eterna lotta tra l'uomo e la natura.I tonni che sono stati guidati attrverso le varie camere,raggiungono la camera della morte;le imbarcazioni le "muciare",chiudono da ogni lato il quadrilatero e i tonnaroti issano la rete dove i tonni soffocano, storditi per la mancanza di spazio e di acqua.
E' il momento della mattanza: I tonni man mano che gli viene a mancare l'acqua si dibattono, urtano violentemente tra loro, si feriscono. Quando sono ormai sfiniti li aspettano i 'crocchi',gli uncini dei tonnarotti montati su delle aste, che servono per agganciare i pesci e issarli sulle barche, mentre l'acqua diventa rossa del loro sangue in un crescendo impressionante.
Le tonnare nel secolo XVI,nella provincia di Trapani arrivarono ad essere ben otto, Bonagia, Formica, Favignana, S.Giuliano, Cofano, S.Vito, S.Teodoro e Palazzo. Rappresentarono una delle attività' commerciali preminenti dell'economia siciliana e formarono degli ottimi "Rais" che andarono ad impiantare altre tonnare anche all'estero.
Purtroppo varie cause in questi ultimi tempi rendono difficile la vita delle tonnare; la pesca con tonnare volanti, la percorrenza degli aliscafi, l'elevato costo della manodopera, costi di ammortamento ed esercizio, minore numero e minore quintalaggio dei tonni pescati, rendono oltremodo difficile la gestione delle tonnare che gradualmente sono andate ad esaurirsi.
E’ questa storia antica che rischiamo di perdere.
Ormai è sempre più difficile ogni anno mettere insieme gli equipaggi, la tonnara non è molto remunerativa, L'allevamento in gabbie localizzate in prossimità dei tratti di mare in cui venivano calate le tradizionali tonnare rendono molto di piu'. Così oggi affacciandosi dal belvedere di Castellammare del Golfo, in prossimità del "Pedale" (il luogo cui si ancorava la tonnara di Castellammare), nella seconda metà dell'anno è possibile scorgere sul mare delle strane giostre galleggianti e delle barche di diversa grossezza con uomini al lavoro.
E’ questa storia antica che rischiamo di perdere.
Ormai è sempre più difficile ogni anno mettere insieme gli equipaggi, la tonnara non è molto remunerativa, L'allevamento in gabbie localizzate in prossimità dei tratti di mare in cui venivano calate le tradizionali tonnare rendono molto di piu'. Così oggi affacciandosi dal belvedere di Castellammare del Golfo, in prossimità del "Pedale" (il luogo cui si ancorava la tonnara di Castellammare), nella seconda metà dell'anno è possibile scorgere sul mare delle strane giostre galleggianti e delle barche di diversa grossezza con uomini al lavoro.
Si tratta di una "Tuna Farming", costituita da sei gabbie, di 50 metri di diametro e 30 di profondità che da maggio a dicembre ospita quasi cinquemila tonni, controllati ogni giorno dai sub che ne controllano il comportamento e l'eventuale insorgenza di anomalie.
La Tonnara era un cuore che nel pulsare scandiva i tempi del dialogo con il passato e il presente,con tutti coloro che avevano consegnato un'eredità di memorie, di idee, di soluzioni, di maniere ingegnose per fare dell'uomo, nella lotta contro i titani, un vincitore.
La Tonnara era un cuore che nel pulsare scandiva i tempi del dialogo con il passato e il presente,con tutti coloro che avevano consegnato un'eredità di memorie, di idee, di soluzioni, di maniere ingegnose per fare dell'uomo, nella lotta contro i titani, un vincitore.