"NOI FUMMO I GATTOPARDI,I LEONI; QUELLI CHE CI SOSTITUIRANNO SARANNO GLI SCIACALLETTI,LE IENE; E TUTTI QUANTI GATTOPARDI,LEONI,SCIACALLI E PECORE , CONTINUERANNO A CREDERCI IL SALE DELLA TERRA"..
Noi Siciliani siamo stati avvezzi da una lunghissima egemonia di governanti che non erano della nostra religione,che non parlavano la nostra lingua,a spaccare i capelli in quattro.Se non si faceva cosi' non si sfuggiva agli esattori bizantini,agli emiri berberi,ai vicere' spagnoli. Adesso la piega e' presa,siamo fatti cosi'..; (da il gattopardo)
Il Gattopardo -Il romanzo racconta la vita del Principe Fabrizio Salina, appartenente ad un antico casato siciliano che ha come simbolo il gattopardo. Siamo nel 1860 e i garibaldini stanno per prendere il posto del regno borbonico (all’inizio c’è un breve “cameo” di Re Ferdinando). Il Principe e la sua famiglia – tra cui l’amato nipote Tancredi – devono decidere se stare dalla parte “dei piemontesi” o sostenere i Borboni, perché presto ci sarà un plebiscito. Nel frattempo Tancredi si innamora di Angelica, figlia di don Calogero Sedara, un borghese ricco ma poco istruito e piuttosto rozzo. I tempi stanno proprio cambiando e, come dirà lo stesso Tancredi in una frase divenuta ormai celeberrima: “"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!". Ecco all’ora che il Principe decide di sostenere i garibaldini e di acconsentire al matrimonio di Angelica e Tancredi. Alla fine don Fabrizio, vecchio e rassegnato, forse non è più il “gattopardo” dell’inizio del libro, ma rimane un personaggio misterioso, i cui pensieri e vere opinioni non saranno mai del tutto chiari al lettore.